Italia, le nuove tasse proposte all’Europa

L’Europa, con l’inizio dell’anno, avvia nuove procedure di tassazione: Italia protagonista con la proposta delle cosiddette eurotasse.

Bandiere sventola fuori dal Parlamento UE
Bandiere sventola fuori dal Parlamento UE (CorriereRomano.it)

Attese una nuova procedura di tassazione per tutta la Comunità Europea. A Bruxelles, la Premier Giorgia Meloni si è fatta sentire, sottolineando la necessità di istituire nuove risorse per tutta la UE. Definite in modo semplicistico “eurotasse”, in pratica si tratterebbe di risorse utili per incrementare il bilancio comunitario, ma senza toccare i contributi degli Stati.

Si aumenterebbe il bilancio delle risorse per sostenere l’Ucraina e anche per finanziare tutti i 27 paesi della UE, stipulando nuovi accordi tra i vari paesi e con i pesi extracomunitari, come la Tunisia, specialmente riguardo al fenomeno delle immigrazioni. In sostanza, si cercherà di aumentare il budget a disposizione della UE, senza toccare le tassazioni già in vigore, ma come è possibile mettere in piedi questo piano?

Eurotasse, il Governo Melone fa pressione a Bruxelles per l’attuazione del piano di tassazione per incrementare il budget UE

La sala del Parlamento europeo di Bruxelles
La sala del Parlamento europeo di Bruxelles (CorriereRomano.it)

Esistono tre possibilità per aumentare il budget dell’Europa: aumentando la tassazione dei singoli Stati, basandola sul reddito nazionale lordo, oppure, togliendo dei fondi da qualche parte e ridistribuendoli da un’altra parta, o ancora, aumentando le proprie risorse. Tuttavia, il Governo Meloni ha pensato a una contromossa, per garantire una “euro-tassazione”.

Che cosa si intende per eurotasse? Si tratta di una serie di imposte che Bruxelles riscuote direttamente dai singoli Stati, come, ad esempio, quelle relative all’Ets, il sistema di scambio di quote di emissioni di CO2, che si pensa di passare dal 25% al 30%. Oppure, i proventi dei dazi doganali o quelli della riscossione dell’Iva.

Inoltre, c’è ancora da definire la proposta sul dazio relativo al carbonio, il Cbam, da applicare sulle importazioni in Europa sui prodotti inquinanti provenienti dai paesi fuori dalla Comunità Europea. Seguendo queste indicazioni, la UE potrebbe incrementare i guadagni di circa 1,5 miliardi di euro per il Cbam, e 1,2 miliardi di euro per l’Ets, ogni anno, entro il 2028.

Giorgia Meloni e il piano per aumentare le finanze

Le eurotasse saranno utili per coprire parte delle enormi spese extra dovute alla crisi che ha coinvolto l’Europa da qualche anno: la crisi economica, la pandemia e la guerra in Ucraina, fino al fenomeno dei migranti. Per quanto riguarda questi ultimi, l’Europa dovrebbe pagare la Tunisia per bloccare le partenze dei clandestini.

E poi, come accennato, abbiamo l’Iva, di cui i singoli Paesi versano lo 0,3% alla UE. Nel 2020, ad esempio, l’Italia ha versato ben 16,5 miliardi di euro a Bruxelles, di cui 2 miliardi di euro di Iva. Inoltre, tra le eurotasse c’è anche l’imposta sulle grandi società, che prevede una base imponibile comune in tutta la UE. I proventi sono poi distribuiti tra gli Stati membri mediante modello di ripartizione.

Altra imposta sarebbe prelevata sulle transizioni finanziarie eseguite all’interno della Comunità, e ancora, altra opzione riguarda la tassa sulle criptovalute. Infine, si discute su un’ulteriore tassazione, definita “tassa etica”, riguardante tutte quelle imprese straniere che sottopagano i propri dipendenti, portandoli al limite di povertà, e che poi esportano i prodotti in Europa.

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