Scoperto un metodo per recuperare i ricordi della nostra infanzia

I ricordi d’infanzia non sono perduti! Una nuova scoperta rivela come potrebbe esser presto possibile recuperarli tutti

Scoperto un metodo per recuperare i ricordi
I ricordi d’infanzia non sono perduti (Corriereromano.it)

Il nostro cervello funziona in modi che spesso ancora non abbiamo completamente compreso ma, quel che è certo, è che questo organo rappresenta una delle macchine più potenti e straordinarie che la natura abbia mai creato. Nel nostro cervello sono immagazzinate una molte di informazioni impressionanti che anche l’hard disk più sofisticato farebbe fatica a contenere, spesso però accedere a queste informazioni non è così semplice. Più i ricordi sono lontani, infatti, più questi tendono a svanire, un meccanismo che potrebbe sembrarci inutile ma che in verità è stato fondale per la conquista del pianeta da parte dell’uomo. Mantenere a portata di mano le informazioni più “utili” è estremamente importante ma, dopo numerosi studi, alcuni studi hanno scoperto come forse potremmo recuperare anche le informazioni che pensiamo ormai di aver “sovrascritto”.

L’amnesia infantile può essere reversibile, la scoperta avvenuta a Dublino ha sconvolto il web!

Scoperto un metodo per recuperare i ricordi
recuperare i ricordi (Corriereromano.it)

L’amnesia infantile è forse la forma più diffusa di perdita di memoria, una caratteristica comune agli esseri umani ma anche nei mammiferi in generale. Riguardo questo fenomeno si conosce in verità ancora poco, a che se diamo per scontato che la perdita di memoria di ciò che riguarda la nostra infanzia sia un fatto inevitabile ed utile per mantenere spazio nel nostro cervello da poter sfruttare per ricordi più freschi e maggiormente utili”.

Il Dott. Thomas Ryan della scuola di Biochimica e Immunologia del Trinity College di Dublino ha per spiegato come questo fatto comune non debba essere dato per scontato e come addirittura sembra che sia possibile invertire questa tendenza e recuperare tutti i ricordi dell’infanzia. Le evidenze scientifiche portare alla luce hanno dimostrato come la risposta immunitaria materna, che si sviluppa a seguito di un’infezione contratta durante la gravidanza, contribuisce nell’infliggere  disturbi delle spettro autistico negli esseri umani e nei mammiferi in generale.

Per dimostrare questa ipotesi il team di ricerca di Dublino ha dunque utilizzato i topi, inducendo risposte immunitarie controllate in alcune femmine gravide per studiare gli effetti sui piccoli. Quello che è venuto fuori è che alla nascita i topolini sottoposti a questo trattamento e poi ad un leggero elettroshock celebrale, hanno mostrato segni riconducibili all’insorgere di disturbi dello spettro autistico ed al tempo stesso una sorta di riattivazione celebrale. Gli animali del secondo gruppo, non trattato in alcun modo, hanno invece dimenticato l’evento molto rapidamente.

Perdita di memoria? risponde la scienza

Scoperto un metodo per recuperare i ricordi
Ragazzo pensieri (Corriereromano.it)

Lo studio è poi continuato con l’obiettivo di ricercare quali fossero le componenti biologiche direttamente legate alla risposta immunitaria materna che influenza il funzionamento della memoria, queste cellule sono chiamate Engrammi e, modificando geneticamente alcune femmine gravide rimuovendo alcuni di questi Engrammi, i ricercatori hanno potuto osservare qualcosa di unico.

Il team ha scoperto che l’assenza della proteina Citochina I1-17a è direttamente collegata alla perdita di memoria nei primi anni di vita, i topi esposti ad una risposta immunitaria materna che coinvolgeva questa proteina si sono così dimostrati in grado di riattivare i primi loro ricordi. A seguito di tali evidenze i neurologi hanno potuto asserire che le esperienze dei primi anni di vita possono essere ripristinati in modo permanente se determinati Engrammi vengono riattivati negli adulti.

Esiste dunque un legame tra risposta immunitaria materna e la conservazione dei ricordi della prima infanzia, un legame mai studiato prima e che potrebbe aprire a nuovi orizzonti nel campo della neurochirurgia. Chissà che lavorando sugli Engrammi un giorno saremo in grado non solo di riattivare alcuni ricordi, ma magari anche di potenziare il nostro cervello e raggiungere orizzonti che non avremmo nemmeno mai nemmeno sognato.

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